sabato 2 agosto 2014

In viaggio



24 luglio 2014
La melodia che canticchia la domestica del B&B risuona dolce e lieve, e contrasta il rumore delle posate e delle stoviglie che sta lavando in cucina.
Un signore di mezza età, dall’aspetto arabeggiante, prepara con una piccola moka un caffè molto annacquato, parlando al telefono con una cadenza e una voce simile ad Alessandro Haber. In fondo il giardino, sotto un patio all’ombra, 3 uomini di affari africani parlano animatamente in inglese, di fronte un laptop, alcune tazze di the e gli avanzi della loro colazione.

Un angolo tranquillo del B&B

Il mio primo risveglio a Maputo è tranquillo e rilassato, e questo piccolo microcosmo del B&B rappresenta la grande Maputo che lo circonda: Mozambicani allegri, educati, gentili e sorridenti, e tante altre persone da paesi vicini e lontani.
Più che fare un passo indietro, al viaggio che mi ha portato qui, da Roma a Maputo, vale la pena raccontare come è nata questa avventura.
Quindi farò molti passi indietro, presentandomi e raccontandovi, negli ultimi 6 mesi, cosa e come mi ha portato ad essere un espatriato.
Sono un libero professionista, socio di una società, con alle spalle 11 anni di esperienza professionale nel settore della sostenibilità ambientale. Per 6 anni ho insegnato presso una grande università italiana, enti pubblici ed un Master privato importante. Negli ultimi anni ho svolto il ruolo di project manager o esperto senior in molti progetti italiani ed europei, contribuendo attivamente alla crescita professionale mia e della società di cui sono socio.
Ora, molti mi hanno chiesto (e me lo sono chiesto spesso anche io), perché vai all’estero a lavorare? E magari in una delle nazioni più povere del mondo, che mostra ancora le ferite della guerra civile terminata 20 anni fa? A questa domanda ed alle molte risposte dedicherò uno dei prossimi post. 

Prima della partenza

Ad ogni modo, circa 6 mesi fa ho iniziato a candidarmi su diverse posizioni all’estero, per entrare nel mondo delle consulenze internazionali (extraeuropee) e, magari, aggiudicarmi qualche piccola posizione per iniziare ad arricchire il mio CV con esperienze “oltremare” (per tradurre un termine inglese che si usa per indicare le esperienze fuori l’Europa, nemmeno fossimo in epoca coloniale!).
Inaspettatamente un paio di mesi fa sono stato chiamato da qui, per un incarico difficile ed importante, che prevede la mia presenza a Maputo per alcuni mesi.
Più tardi mi recherò in ufficio per la prima volta, stanco del lungo viaggio, ma molto motivato a fare bene.