giovedì 20 novembre 2014

La Duna di Bazaruto



Ilha de Bazaruto, Provincia di Inhambane, 7 novembre 2014

Bazaruto è meravigliosa ed è un privilegio poter vivere qualche giorno questo arcipelago poco abitato.
Siamo di fronte all’Oceano Indiano, che qui spazza con i suoi venti la costa est africana. E la piccola Isola di Bazaruto, con i suoi dolci rilievi, è difesa da una imponente duna.
 

Decine di metri di altezza separano la spiaggia dalla sua cresta, e salire su, in alto, con l’odore della salsedine e la polvere che entra da tutte le parti, rende difficile capire se ci si trova di fronte al mare o in mezzo ad un deserto.
Dall’alto, un paesaggio mozzafiato. Da un lato, l’Oceano, con le sue secche e l’Isola di Benguerra all’orizzonte.
Dall’altro palmeti, mangrovie, praterie e macchia mediterranea. E a dividere il mare dalla terra sempre lei, la Duna di Bazaruto.
La Duna è anche vita: alla sua base, lo smarrimento di alcune capre rinselvatichite di fronte a una pozza quasi secca.
 
E più in là, dove la terra è più dura e compatta, una coppia di gruccioni sfoggia il proprio abito multicolore.
Ed poi un falco, così confidente da farsi fotografare con un 55 mm.
La giornata si conclude, al tramonto, sulla punta settentrionale, dove il mare morto e il mare vivo si incontrano, creando giochi di onde e maree.
 

domenica 16 novembre 2014

Travel to Bazaruto



Vilanculos e Ilha de Bazaruto, Provincia di Inhambane, 6 novembre 2014

Il nostro viaggio lungo la costa centro-meridionale del Mozambico prosegue.
Quindici minuti di volo e circa venti miglia di mare separano il continente da Bazaruto, la maggiore delle Isole dell’omonimo arcipelago, Parco Nazionale dal 1971.



Arrivato, vengo ospitato in uno chalet dall'aspetto vintage, che mi trasmette un senso di calorosa accoglienza.


Mi affaccio sulla spiaggia e, invece dei bagnanti, trovo uno stormo di garzette e, più lontano, le barche di pescatori locali.




Domani sarà un giorno di scoperta di questa isola meravigliosa: non posso nascondermi le tante aspettative che ho portato con me dal Continente Africano.


martedì 11 novembre 2014

Pomene National Reserve - Reserva Nacional de Pomene

Pomene, Provincia di Inhambane, 3 e 4 novembre 2014

Sul fare della sera veniamo accolti nell'accampamento della Riserva dal personale e da 2 galli ruspanti che ogni mattina, alle 4 in punto, ci daranno la sveglia e, con eccesso di zelo, proseguiranno a cantare fino alle 6.


Il sole sta calando e un guardaparco riempie di gasolio il generatore che ogni giorno, per 2-3 ore, fornisce energia elettrica.
L'acqua è razionata e viene portata qui con un fuoristrada, dentro dei contenitori di plastica.
Per lavarci una bacinella, nella quale viene mescolata acqua fredda ed acqua riscaldata con un bollitore poggiato su dei ceppi infuocati.
Si cucina col fuoco vivo, di legna secca, raccolta a terra o staccata dai rami di qualche albero.
Il letto è un materassino dentro una tenda militare e il bagno è una latrina fatta di lamiere, che di giorno si infuocano sotto il sole.
La cucina delle mensole con tutto il necessario, un paio di braceri e ceppi riversi a terra, che ancora fumano.


La notte è per dormire e quando ti sembra che qualcuno abbia acceso una luce, in realtà è la luna piena che fa capolino tra le nuvole.
Il giorno dopo, Pomene si mostra in tutta la sua autentica bellezza: selvaggia, isolata, a tratti decadente.
Un albergo in rovina ci ricorda le villeggiature dei coloni portoghesi.


Il sole e il sale conservano i poveri prodotti del mare.


Un bambino rotea veloce le braccia nella speranza che, insieme alla lenza, salga qualche pescetto.

 
E poi la spiaggia, l'oceano indiano e una laguna dai colori meravigliosi.