domenica 28 settembre 2014

Tofo



Tofo, Provincia di Inhambane, 28 settembre 2014

Dopo 8 ore di Machimbombo (il termine utilizzato in Angola e Mozambico per identificare un mezzo di trasporto pubblico o semi-collettivo) e 400 km di strada, sono arrivato a Tofo. Ho visitato questo piccolo villaggio di fronte l'Oceano Indiano nel bel mezzo del periodo elettorale, in vista del 15 ottobre, giorno delle elezioni presidenziali, parlamentari ed amministrative.


Tofo è una spiaggia lunga circa 8 km, nell’area centro-meridionale del Mozambico. Il mare è blu intenso, tinto di azzurro nei pressi della riva  e screziato dal bianco della schiuma delle onde oceaniche. Spiagge di sabbia chiara e dune ammantate di vegetazione si perdono a vista d’occhio.
 

A tofo il tempo può scorrere lento e leggero, con una lunga passeggiata, un pranzo o una cena a base di pesce locale o, semplicemente, oziando su un asciugamano al sole o seduti a sorseggiare una bebida di fronte al mare.


Tofo è inoltre un buon sito per fare immersioni o avventurarsi tra le onde oceaniche per un ocean safari: la buona sorte ha voluto che incrociassimo – fra gli altri – una balenottera col suo piccolo, a qualche decina di metri dal nostro gommone.



Anche qui, come a Maputo, i sorrisi sono di casa ed ogni volto è un bel ricordo, difficile da dimenticare.


venerdì 19 settembre 2014

Dichiarazioni d'amore

Maputo, 19 settembre 2014

Cara Maputo,
sei bruttina, ma non posso fare a meno di affezionarmi a te, giorno dopo giorno, sempre di più.
I tuoi palazzi sgangherati, polvere dappertutto, i tramonti di sole che scende veloce, le palme sbandate dal vento dell'Oceano Indico. E poi le tue genti. Da quando non ti chiamano più Lourenço Marques, sei invecchiata tanto e male, ma sai accogliere sempre con tenue calore e dolci sorrisi. 

Alcune immagini dalle finestre dell'appartamento in cui vivo.








E qui alcune immagine della Maputo del passato, al tempo del dominio portoghese, prima dell'indipendenza e della guerra civile.

mercoledì 3 settembre 2014

Italiano e mozambicano



Maputo, 3 settembre 2014
Domenica scorsa, presso la FEIMA (FEIra permanente de artesanato, gastronomia e flores na cidade de MAputo), nel Jardim Parque dos Continuadores (lo stesso dove si svolge il Mercato della Terra) ho incontrato Victor, un giovanissimo artista mozambicano che produce dei meravigliosi batik.
I batiks sono dei tessuti che prendono il nome dall’omonima tecnica, che utilizza coprire le zone che non si vogliono tingere tramite cera o altri materiali impermeabilizzanti quali argilla, resina o paste vegetali.

I batik della FEIMA
 Bom dia, como está?” mi ha apostrofato.
Ed io “Bem, obrigado! O Você?”
E lui, come molti mozambicani, sorridendo sinceramente alla mia domanda che qui, più che in Italia, non è solo un convenevole informale “Eu tambem, obrigado!”
Abbiamo iniziato a conversare, mentre mi mostrava le sue opere, proponendomene l’acquisto.
Dopo mi ha chiesto da dove venissi e, ascoltata la mia risposta, ha sorriso, dicendomi “Você è italiano! Os Mozambiçanos são muito amigos dos italianos!”
Victor si riferiva alla firma dei trattati di pace che nel 1992, a Roma, hanno messo fine alla lunghissima e sanguinosa guerra civile mozambicana. Trattati ai quali si giunse grazie anche – e probabilmente, soprattutto - all’azione diplomatica della Comunità di Sant’Egidio, presso la cui sede, a Roma, si svolsero molte delle trattative.


E proseguendo “Agora que mora em Moçambique, Você è moçambicano! Os italianos, aqui, são moçambicanos!
Non ricordavo di essermi emozionato così nel sentirmi italiano.
Ed il caso (o forse una scelta) ha voluto che la gioia di sentirsi italiano fosse accesa da un giovane africano, a quasi 8.000 km da casa.