Ilha de Goa, Província
de Nampula, Moçambique
19 Giugno 2015
Siamo partiti la mattina presto dal pontile di Ilha de Moçambique,
sul Dowh del capitano Jambo e di suo figlio, che navigano i
mari di questa zona come facevano i loro avi.
Il Safari, una imbarcazione di circa 7
metri, è armata con una sola vela latina e non ha deriva. Non c’è nessun tipo di
strumentazione elettronica o meccanica, né motori o altro che sia stato
inventato negli ultimi 100 anni.
La vela è issata naturalmente a braccia e la navigazione è lenta e silenziosa. E questa lentezza, e questo silenzio, fanno parte del modo di vivere dei marinai locali: ogni loro movimento è lento, quanto quello della barca spinta dal vento e scarrocciata dal mare; ed ogni loro parola è quasi bisbigliata, come fosse una forma di rispetto verso i suoni della natura e del mare.
Sbarcati a Goa, una breve passeggiata ci porta fino al faro,
dove il “guardiano” ci lascia entrare in cambio del pagamento di un “biglietto”
informale.
Le scale sono buie e il contrasto con i colori dell’Isola è
forte.
In cima, a parte un piccolo pannello fotovoltaico, tutto è
rimasto come 50 e più anni fa.
Gli unici incontri in questo caldo venerdì di inverno tropicale, sono i giovani pescatori del posto, che lasciano a seccare al sole le fatiche del loro lavoro.
A fine mattinata, prima di spostarci verso un'altra meta, ci concediamo un tuffo nei colori del mare di Goa.