Maputo, Provincia di
Maputo, 19 ottobre 2014
Self Esteem, ovvero autostima, è, secondo Giusti (1994), un senso soggettivo e duraturo di
autoapprovazione del proprio valore basato su appropriate autopercezioni. Lascio ogni altra definizione del termine ai
lettori che, per cultura, studi e professione hanno l’adeguata esperienza e
conoscenza della materia.
Pensando a questa parola mi vengono in mente i percorsi che ho fatto per strutturare
la mia autostima, che, grazie all’educazione ricevuta ed alle esperienze, è sufficientemente
robusta. Negli ultimi mesi, prima di trasferirmi in Mozambico, in un periodo di
riflessione, ho avuto l’opportunità di pensare al passato recente ed accorgermi
– soprattutto nel mondo del lavoro – quante volte la mia autostima, o quella di
amici e colleghi, è stata perlomeno perturbata. Selezioni di personale poco
trasparenti, consulenze date per parentela, amicizia personale o “prossimità
politica”, commesse assegnate col solo criterio del prezzo più basso, possono
portarci a pensare che in realtà siamo noi gli inadeguati al sistema “democratico/meritocratico”
in cui viviamo e che, se non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi
professionali, la responsabilità è solo la nostra. E, quindi, tornando alla
definizione citata in precedenza, il senso di autoapprovazione del valore di
ciascuno di noi potrebbe iniziare a vacillare.
Inoltre, mi duole dirlo, una invidia sociale sempre più diffusa porta spesso
ad attacchi personali immotivati, più o meno diretti. Infatti, da un lato, è
verissimo che la realtà ci mostra un paese, l'Italia, poco meritocratico; dall’altro, però,
si manifesta una tendenza sempre più generalizzata a gettare nel calderone dei
raccomandati e dei segnalati tutte le persone che riescono nella propria
professione.
Perdonate la piccola
riflessione "a voce alta" che spontaneamente si è manifestata in me al momento di scrivere il titolo; in realtà in questo post vorrei
raccontarvi di un gruppo musicale mozambicano, i Self Esteem appunto.
Qualche settimana fa ho
assistito al loro concerto di lancio del nuovo album “Infinito”, presso il
Centro Franco Mozambicano di Maputo.
Un concerto a cui hanno assistito non più
di un centinaio di persone, ma che, comunque, ha rappresentato un momento di
divertimento e scoperta. È stata infatti una gradevole sorpresa ascoltare un
gruppo di ragazzi che si diverte e fa divertire.
I 4 elementi che lo compongono, suonano un rock alternative e progressive, ispirandosi a diversi gruppi
musicali di fama internazionale, quali Soundgarden, Pearl Jam o Red Hot Chili
Peppers.
Vi segnalo una canzone che a me è piaciuta molto, Can't wait, di cui, di seguito, potete vedere il videoclip.